Nel 1914, Elias Avery Lowe pubblicò The Beneventan Script: A History of the South Italian Minuscule, un’opera che ripensava le categorie paleografiche e faceva luce su una particolare scrittura fiorita nel Mezzogiorno medioevale. La proposta era destinata a valicare i confini disciplinari, ridefinendo un’intera cultura ed il relativo territorio di riferimento. Il nesso tra questo spazio ed il suo assetto politico s’impernia sulla dominazione longobarda, ma si rivela decisamente allentato. Il pregio dell’etichetta fornita da Lowe è proprio quello di oltrepassare confini troppo stretti e cronologie rigide. Accanto alla minuscola, si individuò un canto ed una pittura ‘beneventana’. Il presente saggio si pone l’obiettivo di verificare l’applicabilità di una simile definizione anche in ambito giuridico, allargando la visuale dalla legislazione alla prassi in ottica pluralista.